Il kebab? Scarti di macellazione
Una moda ormai diffusa in tutta Europa, il kebab è il fast food più popolare d’oggi, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino,
Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta, pare sia stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate. La versione globalizzata “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, invece, pare non abbia niente di nutriente, né di buono, purtroppo.
Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato.
Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.
Vi propongo i risultati di un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti (il testo integrale della ricerca è pubblicato di seguito in formato .pdf, ndr) e spero che vi facciano cambiare idea al momento di decidere se entrare in un “ristorante” che offre kebab.
- più del 50% dei kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale;
- a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione;
- un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio;
- un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr);
- un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, ndr).
Come conseguenza della cattiva conservazione, nella carne dei kebab si potrebbe riscontrare la presenza di batteri tipo l’Escherichia Coli (un battere che espelliamo con le feci, ndr) e lo Staphylococcus Aureus.
Buon appetito.
Matteo Vitiello
fonte: http://buenobuonogood.com/1190/non-mangiate-kebab/
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