Le parole della donna, impiccata con l'accusa di avere ucciso chi voleva violentarla, indirizzate alla madre Sholeh: "Il mondo non ci ama. Ho sbagliato a fidarmi della giustizia"
“Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono”. E’ questo un passaggio del testamento di Reyhaneh Jabbari, 26 anni, impiccata dal regime per avere ucciso l’uomo che voleva stuprarla. Il 1 aprile, una volta saputo della sua condanna a morte, aveva registrato per la madre un audio messaggio con le sue ultime volontà. Le sue parole sono state tradotte in inglese dal National Council of Resistance in Iran. Riportiamo sotto il testo in italiano, che è stato rilanciato da molti siti online.
Cara Sholeh,
oggi ho saputo che per me è arrivato il momento di affrontare la Qisas (la legge del taglione del regime iraniano). Mi ferisce che non mi abbia fatto sapere tu stessa che ero arrivata all’ultima pagina del libro della mia vita. Non credi che avrei dovuto saperlo? Lo sai quanto mi vergogno della tua tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di papà?
“Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono”. E’ questo un passaggio del testamento di Reyhaneh Jabbari, 26 anni, impiccata dal regime per avere ucciso l’uomo che voleva stuprarla. Il 1 aprile, una volta saputo della sua condanna a morte, aveva registrato per la madre un audio messaggio con le sue ultime volontà. Le sue parole sono state tradotte in inglese dal National Council of Resistance in Iran. Riportiamo sotto il testo in italiano, che è stato rilanciato da molti siti online.
Cara Sholeh,
oggi ho saputo che per me è arrivato il momento di affrontare la Qisas (la legge del taglione del regime iraniano). Mi ferisce che non mi abbia fatto sapere tu stessa che ero arrivata all’ultima pagina del libro della mia vita. Non credi che avrei dovuto saperlo? Lo sai quanto mi vergogno della tua tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di papà?
Sono stata gettata nelle prigioni, che sono tombe
Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Quella malaugurata
notte avrei dovuto essere uccisa.